Le praterie d'altitudine
Le cime di alcune montagne sono caratterizzate dalla presenza di luminosi pascoli.
Queste praterie di altitudine non sono probabilmente naturali, ma più facilmente rappresnetano il risultato di precedenti attività di pascolo e disboscamento.
Infatti, il faggio nel versante settentrionale dell'Appennino dovrebbe arrivare fino ai 1700-1800 metri di altitudine, una quota che comprende tutte le maggiori vette della nostra provincia.
Secoli di sottrazione di terreno al bosco da destinare al pascolo hanno lasciato la loro incancellabile traccia su queste cime. Quando lo sfruttamento a pascolo non è più attuato, il bosco fatica a recuperare i terreni perduti per l'azione del vento e del gelo e per l'impoverimento dei suoli, che in alcuni punti sono sottoposti anche ad intensa erosione.
A quote più elevate sono i mirtilli e i ginepri nani che recuperano terreno. Le giovani piante di faggio iniziano la crescita tra l`erba e i bassi arbusti dei pascoli.
I pascoli secondari che s`incontrano sulle nostre vette possono essere particolarmente ricchi di nutrimento. In queste distese d`erba dominano graminacee (Festuca, Poa ecc.), e leguminose (rifolium).
A causa del notevole sviluppo erbaceo, dovuto alla cessazione delle attività di pascolo, le specie di interesse conservazionistico come la Nigritella nigra difficilmente riescono a svilupparsi.