Già allievo di Francesco Ghittoni (1908-1909) presso l`Istituto «Gazzola» di Piacenza, frequentò poi (1923-27) le lezioni di Ambrogio Alciati all`Accademia di Brera.
Assimilò quel gusto moderno, del Novecento, che adattò agli accenti personali, lavorò molto nella provincia piacentina, dove finì per isolarsi dopo il `45.
Specie nel ritratto, la sua attenzione ammirata andò prima a Spadini, poi a Sironi, che gli suggeriva forme monumentali su toni bassi, smorzati, realizzate però a volte con verismo anticlassico.
Ottenne un grande successo con il 'Premio Cremona' nel 1939.
Accanto all`attività di cavalletto si ricorda quella di affrescatore e di scultore.
Già prima del `40 aveva affrescato a Piacenza palazzi e chiese; nel `39 a Cremona gli viene affidata una lunetta della galleria 24 Aprile, accanto a Sironi. Allestì qualche personale a Milano, a Verona e a Piacenza, ma la critica ufficiale gli fu in gran parte indifferente o ostile.
Ricchetti si ritirò allora ancora di più nel suo guscio e si dedicò con fervore a complessi cicli di affreschi, specialmente nelle chiese di Piacenza e provincia, con risultati a volte pienamente convincenti.
Come scultore realizzò ritratti e gruppi in bronzo. Nel 1967 l`Associazione Amici dell`Arte di Piacenza gli organizzò nella sua città una importante retrospettiva che permise di fare il punto sulla sua lunga attività.
Alcune sue opere si possono ammirare presso la Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza.