Le Maschere Piacentine

Pare che le maschere piacentine siano nate contemporaneamente alle altre regionali nel Settecento: Vigion e Lureinsa in montagna e in campagna, Tullein Cucalla e Cesira in città. Tullein (alterazione di Antonino), spavaldo a parole ma pauroso in effetti, vestito di fustagno scuro, vagamente spagnolesco, con le cucalle sul capellino tondo, a sghimbescio (a simbolo del suo cervello vuoto e leggero), rappresenta il carattere del popolano alla brava, ciarliero e sbruffone, asunta dal cittadino sotto il dominio spangolo. Si occupa dei fatti altrui ma non si accorge dei guai che ha in casa sua! Veste una giacca stretto e corto, rigato e aperto davanti, con un fazzoletto bianco di seta al collo, un fascione a reggere i calzoni di velluto, chiusi al ginocchio da calzettoni di lana o cotone nero. Il faccione roseo è paonazzo a causa del vino bevuto; il naso è volto all'insù e un ciuffo gli sfugge dal capellino tondo. Risponde pienamente al carattere del vecchio popolano.
'L Vigion invece riflette il temperamento astuto del montanaro. Si veste in stile settecentesco con giachetta corta e stretta di panno verde scuro o fustagno, con fettucce rosse come bordature, brache al ginocchio fermate da legacci colorati, calzettoni di lana bianca, e grossi scarponi inchiodati. I vestiti e il cappellino tondo in feltro nero sono punteggiati di ciuffetti di lana a raffigurare la neve della montagna. Sembra zotico me riesce sempre a raggirare gli altri. Il grosso naso caratterizza il volto ma gli occhi sono maliziosi, riflettendo il carattere scaltro e astuto. Impersona il vecchio proverbio "scarpe grosse e cervello fine". Porta un bastone, un ombrello, una scopa, un cesto di uova, una gallina e altri oggetti: tabacchiera, pipa, fazzoletto rosso, ecc. La moglie, la Lureinsa, gli segue devotamente come un cagnolino, docile e obbediente; se ne serve per le sue astuzie.
Le maschere piacentine non sono mai diventate famose al livello nazionale, sporattutto per la difficoltà e asprezza del nostro dialetto. Qualche anno fa hanno cercato di inserirle fra i burttini, accanto ad Arlecchino, Fagiolino e Sandrone, ma con scarso risultato.

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